1, 2, 3 vegan! Cosa succederebbe se tutti fossimo vegani?
ASAP science ha voluto dare una risposta a questa domanda.
A molte aree di pascolo vengono aggiunti nutrienti artificiali. Se invece fossero lasciate al loro stato naturale, gli alberi sarebbero d’aiuto contro l’inquinamento. Uno stile alimentare vegan farebbe risparmiare anche molta acqua. Tutto ciò ha anche dei lati negativi, soprattutto dal punto di vista economico: più di un miliardo di persone, infatti, lavora nel campo dell’allevamento animale. I vegani però, hanno una consapevolezza più sviluppata della nostra in fatto di alimentazione poiché evitano tutto ciò che alla lunga danneggia il nostro corpo. Noi per sentirci meno in colpa consideriamo loro “fissati di mente” ma non è così.
Fin dall’antichità, durante il periodo di Quaresima, la Chiesa cattolica consigliava digiuno, costrizione e pentimento, evitando carne e derivati animali. Questa tradizione ha perso il suo valore lasciando però le sue tracce in questa nuova corrente alimentare chiamata “veganesimo”.
Coloro i quali scelgono la cucina vegana, che prendono il nomi di vegani, escludono categoricamente l’utilizzo di animali, quali fonti di cibo, vestiario o qualsiasi altra funzione. Quali sono le ragione di tale scelta? Fra le più importanti c’è il salutismo, ma anche questioni etiche come riconoscimento dei diritti e del benessere degli animali, motivazioni di tipo religioso dovute all’appartenenza a particolari movimenti in cui è vietato il consumo di carne e di prodotti di origine animale, ma anche personali percorsi spirituali e di ricerca interiore, o questioni legate alla tutela dell’ambiente.
Di: Anna Cariglia, Cinzia Cella, Claudia Concas, Vittoria Giacobbe, Stefania Magni, Michela Pecorelli, Alberto Sodano.