La diffusione incontrollata del problema
Negli ultimi anni uno dei problemi in maggior aumento è quello della cattiva alimentazione. Nei Paesi occidentali il consumo di zuccheri raffinati ha raggiunto picchi di oltre 65kg pro capite: il nostro corpo non è in grado di gestirli.
Alcuni studi dimostrano che l’assunzione media di calorie giornaliere è aumentato del 15-20%, e il rischio di obesità aumenta del 60% per chi consuma regolarmente bevande zuccherate.
La dieta moderna è il motivo principale per cui la popolazione occidentale è sempre più grassa e malata, sono sempre più diffusi problemi metabolici, malattie cardiache e, in casi estremi, il cancro. Questi disturbi peggiorano la qualità della vita, ma possono essere almeno in parte prevenuti e tenuti sotto controllo.
Negli Stati Uniti decine di milioni di persone praticano diete dimagranti o assumono integratori alimentari per restare in linea, ma questi sono rimedi apparenti e temporanei, inadeguati a risolvere definitivamente il problema.
L’esposizione visiva del concetto
Il padiglione della Corea del Sud si basa su un concetto semplice ed efficace: “sei ciò che mangi”. Alcune domande invitano il visitatore ad interrogarsi sulla crisi alimentare e una successione di tre sculture rappresenta le conseguenze delle cattive abitudini alimentari dell’uomo moderno.
L’obesità è rappresentata da un insieme di sfere bianche e nere, accompagnate dalla scritta: “come mangiamo”. Una dieta alimentare scorretta, una ridotta attività motoria e complicanze psicologiche e genetiche sono alla base di questa condizione medica che nel XXI secolo è una delle principali cause di morte controllabile.
La scultura successiva, introdotta dalla scritta “cosa mangiamo”, è costituita da una grande quantità di scatolette di latta impilate una sull’altra, a simboleggiare l’eccessivo consumo di cibi preconfezionati.
I ritmi frenetici della vita di oggi ci portano a scegliere cibi pronti all’uso e a lunga durata, ma la presenza di additivi conservanti è dannosa per la salute e influenza negativamente l’assimilazione delle principali vitamine contenute negli alimenti.
L’ultima opera è anche quella a maggior impatto emozionale: un grande albero bianco imbrigliato e soffocato da alcuni lacci neri, alle cui radici è proiettato un bambino visibilmente denutrito che guarda dritto negli occhi il visitatore.
Il significato del messaggio è chiaro: l’uomo non può sfruttare la natura, o la conseguenza del suo egoismo causerà la sofferenza dei più vulnerabili.
La parete che fronteggia le sculture è percorsa da scritte e parole incomplete, ad indicare i componenti nutritivi delle diete squilibrate, mentre sul pavimento giacciono le lettere mancanti, a rappresentare le abitudini alimentari scorrette.
La soluzione proposta
Come si potrà in futuro fornire cibo salutare, sicuro e sostenibile?
La Corea ha una risposta, l’Hansik, un tipo di cucina tradizionale che si fonda su 3 concetti: salute, armonia e guarigione.
I loro piatti, composti solitamente da riso e contorni, tengono in considerazione diversi aspetti, quali le stagioni, gli alimenti e il colore dei cibi, al fine di creare una sorta di equilibrio. La caratteristica più interessante però è l’utilizzo delle onggi, grandi giare in cui gli alimenti vengono fatti fermentare e conservati come in un frigorifero naturale.
In questo modo la cottura e la conservazione degli alimenti richiedono un consumo di energia molto inferiore rispetto a quello necessario nel modello culinario occidentale.
Questa è la dimostrazione che si è in grado di nutrire se stessi senza sfruttare le risorse limitate del nostro pianeta.
Le scelte di oggi influenzano la salute di domani… anche a tavola.
Scritto da Andrea Notari nell’ambito delle attività del Media center EAThink2015