Forum Rifiuti 2015: la Rivoluzione Italiana verso l’economia circolare

“Se fossimo ciò che siamo capaci di fare, rimarremmo letteralmente sbalorditi.” (Thomas Edison)

L’8 ottobre si è conclusa la seconda edizione della conferenza nazionale sulle emergenze e le opportunità nella gestione del ciclo dei rifiuti, organizzata da Editoriale La Nuova Ecologia, Legambiente e Kyoto Club, con la partnership del COOU, Consorzio obbligatorio oli usati.
Tra i temi di questo secondo Forum Rifiuti: l’innovazione tecnologica e gestionale, il ruolo delle istituzioni, le opportunità ambientali, economiche e sociali di una gestione sostenibile dei rifiuti ma, soprattutto, l’economia circolare.

L’economia circolare è un modello che pone al centro la sostenibilità del sistema, in cui non ci sono prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate. Prolungare l’uso produttivo dei materiali, riutilizzarli e aumentarne l’efficienza servono anche a rafforzare la competitività dell’Italia sulla scena europea. L’innovazione nei mercati dei materiali riciclati, i nuovi modelli imprenditoriali, la progettazione ecocompatibile e la simbiosi industriale possono permettere al Paese di passare a una società e a un’economia a “rifiuti zero”.

Un’Italia basata su un’economia circolare e una gestione virtuosa dei rifiuti non è una “cosa da ambientalisti” ma questo modello deve essere considerato uno delle leve principali per aiutare lo sviluppo del nostro Paese. Le nuove frontiere impiantistiche e le esperienze di gestione sostenibile dei rifiuti da parte di territori e imprese, dimostrano che l’Italia ha un’ottima capacità inventiva. Un esempio è rappresentato dall’esperienza di Paolo Tomasi, presidente del COOU, che ha reso il Sistema Consorzio un modello di economia circolare. Produrre oli lubrificanti attraverso la rigenerazione degli oli usati infatti è meno inquinante e dà vita a un prodotto qualitativamente uguale, se non superiore, a quello ricavato dalla materia prima. Il passaggio a un’economia circolare non è solo possibile, ma anche redditizio, perché questo avvenga però è necessario che vi sia il sostegno di politiche adeguate.

Il sondaggio sulla sostenibilità ambientale in Italia ha fatto emergere un atteggiamento più consapevole dei cittadini nei confronti della gestione dei rifiuti. Il 79% degli italiani si considera bene informato sui temi relativi ai rifiuti e ritiene che la salvaguardia dell’ambiente sia una propria responsabilità, inoltre il 95% degli Italiani dichiara di impegnarsi in almeno un tipo di raccolta differenziata dei rifiuti. Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, alla luce del sondaggio, ha commentato che bisogna sfruttare bene la cresciuta sensibilità ambientale dei cittadini e renderli sempre più consapevoli di quali sono i comportamenti corretti da adottare.

Il dibattito si è chiuso con l’auspicio di un orizzonte più europeo sui temi ambientali in Italia. La fiducia è tanta e, come diceva Edison, noi siamo chiamati a essere ciò che siamo capaci di fare.

Scritto da Chiara Parapini nell’ambito delle attività del Multimedia Center del progetto EAThink 2015.