Orticola apre le sue porte a Milano. Con il progetto EAThink siamo andate a intervistare i visitatori appena usciti per chiedere opinioni sull’orticoltura urbana e la sua diffusione. Ciò che è emerso è che molte persone coltivano piante aromatiche nel proprio giardino e che, mosse da questa passione, prendono iniziative interessanti.
Una madre e il figlio agronomo, amanti del verde, hanno coinvolto un intero condominio nella creazione di un piccolo orto in comune e sostengono che l’orticultura sia una buona idea per riqualificare alcune aree della città.
C’è chi a Orticola viene a festeggiare il suo ottantesimo compleanno, come una signora in compagnia della figlia, che ci ha rivelato che coltiva di tutto da 45 anni. Nonostante ciò, ritiene che gli orti urbani, pur essendo una bella iniziativa, siano destinati a fallire perché la gente ci rinuncia facilmente. La figlia ribatte affermando che ci sono orti che funzionano (come a Rozzano) e che, in generale, sono utili per la loro valenza sociale: permettono di mantenere attivi gli anziani e di coinvolgere i bambini e le loro famiglie. Madre e figlia non si perdono un’edizione di Orticola!
C’è poi chi è contrario agli orti urbani per via dello smog: “L’aria non è delle migliori. Sono parzialmente d’accordo agli orti in città. Non credo sia genuino per le piante, che crescono in un ambiente inquinato” afferma una delle visitatrici.
Tra i sostenitori di questo tipo di iniziative abbiamo l’educatore di una cooperativa per disabili. Insieme al suo gruppo partecipa spesso e con entusiasmo a eventi che possono avvicinare i suoi ragazzi all’orticoltura e ci rivela che hanno partecipato da poco a Artisti dagli Ortisti, un connubio tra orto e arte, perché è convinto che “ogni scuola, ogni classe dovrebbe avere la possibilità di fare un orto o partecipare a organizzazioni simili“.
Scritto e curato da Arianna Rimoldi e Francesca Vaccarello, nell’ambito del corso di formazione dei volontari del Multimedia Center del progetto EAThink 2015.