Microjardin: coltivare ovunque senza terra

Qualche asse di legno recuperata da vecchi bancali, teli di plastica isolante, polistirolo, torba, acqua e sostanze nutritive sono tutto ciò che serve per creare un piccolo orto… senza terra.

Si chiamano “microjardin” e sono giardini idroponici in miniatura, in cui piantine e ortaggi sono coltivati senza suolo.

Gli ingredienti fondamentali sono tre: il substrato, la soluzione nutritiva e l’acqua.

In mancanza del suolo, il substrato fa da supporto per la coltivazione, accogliendo e sostenendo le piantine. A differenza di un orto tradizionale, i nutrienti non sono contenuti nel substrato ma vengono somministrati esclusivamente attraverso l’acqua.

Il substrato infatti è formato da un materiale inerte come la sabbia, la torba o da materiali di scarto come i gusci di arachide. Tutto il nutrimento apportato alla pianta deriva dall’irrigazione, per questo motivo è molto importante scegliere e dosare con accuratezza gli elementi nutritivi da sciogliere dentro l’acqua.

A Expo2015 Milano l’Ong Acra ha mostrato nella pratica come, per creare un microjardin, ci voglia una certa preparazione ma che, una volta apprese le basi, può diventare un gioco da ragazzi, anzi da bambini.

Per un’intera settimana Martina, Eleonora, Francesco e gli altri volontari hanno accolto scuole e famiglie al Children Lab di Cascina Triulza: attraverso una serie di laboratori e attività hanno guidato i bambini dai 4 ai 10 anni alla scoperta di questo particolare tipo di coltura.

Cavolo, lattuga, biete e coste sono solo alcune delle verdure di stagione che i bambini hanno contribuito a piantare sui tavoli di coltivazione allestiti nel cortile nel Padiglione delle Società Civile.

Due i tipi di tecniche impiegate: la prima richiede il supporto di un substrato inerte, composto dalla torba; mentre la seconda è basata esclusivamente sull’uso dell’acqua in cui vengono immerse le radici delle piante. In questo secondo caso, per permettere alle piantine di galleggiare e restare sospese sull’acqua, viene utilizzato un foglio di polistirolo forato.
 

 

I microjardin sono adattissimi a essere creati a scuola, anche lì dove lo spazio per un orto in terra proprio non c’è. Non importa quindi se non vivi in campagna o se la tua classe non ha a disposizione un giardino dove realizzare un orto vero e proprio, i microjardin possono nascere ovunque, dal balcone di casa al cortile della tua scuola.

Inoltre, questi “orti senza suolo” possono essere realizzati con materiali di recupero e la loro struttura mobile e versatile li rende adatti a essere riprodotti ovunque nel mondo.

A Dakar ad esempio i microjardin sono una realtà diffusa: vengono realizzati con cassette di legno o altri materiali di recupero. Il substrato dove coltivare i vegetali è costituito da rifiuti agricoli (gusci di arachidi, pula di riso) economici e facilmente accessibili anche alle persone più povere.

Coltivare in città è possibile sia a Nord che a Sud del mondo ed è un’idea in più per nutrire il pianeta avvicinando il cibo a chi lo consuma.

 
Informazioni:

I laboratori di Acra in Cascina Triulza a Expo2015 Milano riprenderanno dal 5 al 11 ottobre. Per maggiori informazioni scrivi a info@acraccs.org.

 

Scritto da Viviana Brun (CISV), nell’ambito delle attività del Multimedia Center del progetto EAThink 2015.