Quindici anni fa, nel 2000, gli Stati membri delle Nazioni Unite decisero di porsi 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio da raggiungere entro il 2015.
Gli Obiettivi prevedevano di:
1. dimezzare la povertà estrema e la fame,
2. assicurare l’istruzione primaria universale,
3. promuovere l’uguaglianza di genere,
4. ridurre la mortalità infantile,
5. migliorare la salute materna,
6. combattere l’HIV, la malaria e le altre malattie,
7. assicurare la sostenibilità ambientale,
8. sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo.
Alcuni obiettivi sono stati raggiunti, mentre altri sono ancora lontani dall’essere soddisfatti. Oggi, allo scadere del tempo previsto, viene rilanciata la sfida mondiale.
È in corso in questi giorni a New York il World Summit on Sustainable Development: nella giornata di oggi, i 193 paesi delle Nazioni Unite e oltre 150 leader mondiali hanno adottato formalmente l’Agenda 2030 che racchiude i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030. Si passa così dagli 8 obiettivi del 2000 ai 17 obiettivi attuali, più complessi e articolati, ma soprattutto sostenibili, perché l’attenzione questa volta si concentra sulle cause profonde della povertà, delle disuguaglianze e del degrado ambientale e non solo sui sintomi.
La nuova agenda riconosce che il mondo si trova a dover affrontare delle sfide enormi, che vanno dalla povertà diffusa, all’aumento delle disuguaglianze sociali, alla cattiva distribuzione della ricchezza e delle risorse, al degrado ambientale e ai seri rischi derivanti dai cambiamenti climatici. I problemi ambientali entrano così a far parte delle priorità dei governi per i prossimi 15 anni. “È la più grande assise di leader mondiali di sempre, poiché le sfide che abbiamo di fronte sono più urgenti che mai” ha dichiarato Yolanda Kakabadse, presidente di WWF International, “i paesi si riuniscono per riconoscere, finalmente, che la salute dell’economia, dell’ambiente e delle persone sono profondamente legate e dipendenti“. (Fonte: Adnkronos).
“Ci siamo posti degli obiettivi ambiziosi e adesso dobbiamo lavorare per renderli reali“, ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite. “Nessuno sarà lasciato indietro” è il motto che riassume l’essenza di questo impegno mondiale, tutti i Paesi saranno protagonisti e spronati ad attuare delle politiche locali in accordo e a sostegno dei nuovi Obiettivi. Mentre gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sono stati pensati solo per i paesi in via di sviluppo, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile riguardano tutti i paesi del mondo e l’impatto che i paesi ricchi, grandi consumatori di risorse, hanno sullo sviluppo e il benessere degli altri paesi. Il mondo si sposta dal tradizionale divario Nord-Sud verso un progetto di sviluppo universale. La collaborazione non sarà solo a livello internazionale ma anche tra i diversi attori della società: per avere successo, infatti, sarà indispensabile la collaborazione di tutti: governi, settore privato e società civile dovranno essere in grado di lavorare insieme, per il bene comune.
Ma come si è arrivati a individuare i 17 Obiettivi?
5 milioni di persone provenienti da 88 paesi del mondo hanno partecipato alla definizione delle priorità per il futuro del mondo, condividendo la loro visione del pianeta nel 2030. 3 anni di dibattiti e negoziazioni hanno portato a quello che Ban Ki-moon ha definito il processo partecipativo “più trasparente e inclusivo nella storia delle Nazioni Unite“.
Ecco i risultati del sondaggio mondiale e gli Obiettivi più votati che sono entrati a far parte dell’Agenda 2030. (Fonte: Nazioni Unite)
Scritto da Viviana Brun (CISV), nell’ambito delle attività del Multimedia Center del progetto EAThink 2015.