Ottobre 2015 è un mese denso di avvenimenti importanti, a Expo2015 e non solo. A poche settimane dalla firma dei Nuovi Obiettivi di Sviluppo a New York e in contemporanea con la chiusura del Terzo Forum Mondiale sullo Sviluppo Economico Locale a Torino, venerdì 16 Ottobre si è celebrata in tutto il mondo la Giornata dell’Alimentazione.
Organizzata dalla FAO fin dal 1981 e festeggiata in più di 150 paesi nel mondo, quest’anno questa ricorrenza ha coinciso con il Settantesimo anniversario della nascita dell’Organizzazione. La celebrazione, che tradizionalmente si svolge a Roma, quest’anno si è spostata a Expo, luogo che per tema e obiettivi ne ha rappresentato la cornice ideale.
A dare avvio alla celebrazione è stato l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha ricordato che fame e malnutrizione rappresentano ancora oggi una realtà quotidiana per milioni di persone nel mondo. La lotta alla fame è un ideale inseparabile dalla pace, continua il Presidente,“solo attraverso un’azione corale possiamo debellare la malnutrizione e la povertà”.
La correlazione stretta tra la sicurezza alimentare e la pace, così come la necessità di un’azione collettiva è riconosciuta anche da José Graziano da Silva (Direttore Generale della FAO). Il cammino verso il traguardo è già iniziato e passi importanti sono stati compiuti: 73 paesi dei 138 monitorati dalla FAO hanno già raggiunto l’obiettivo di dimezzare la popolazione denutrita e la disponibilità di cibo per le persone è aumentata del 40%. Tutto questo è stato possibile, prosegue il direttore generale, grazie alle persone che si sono impegnate nella FAO e nelle altre associazioni e organizzazioni che lavorano nel campo della sicurezza e della sovranità alimentare, ma anche grazie a chi si è impegnato privatamente nel quotidiano.
Il tema scelto per la giornata: “Protezione sociale e agricoltura: rompere il ciclo della povertà rurale” mette a fuoco un’altra questione rilevante: la produzione e la crescita economica da soli non sono sufficienti a diffondere il benessere se chi soffre la fame viene messo a margine del sistema. Così come hanno fatto i paesi industrializzati per rialzarsi dopo la guerra, è necessario creare una rete di aiuti per i più poveri. Monsignor Fernando Chica Arellano (Osservatore permanente della Santa Sede presso la FAO), ha letto un messaggio inviato da Papa Francesco, che ben si collega a questa considerazione. “In questa epoca, la ricerca affannosa del profitto e gli effetti di politiche ingiuste impediscono un’efficace collaborazione internazionale”, ha scritto il Pontefice. “Tanti nostri fratelli soffrono ancora fame e malnutrizione per una distribuzione ingiusta delle terre, ma la creazione e i frutti della terra sono beni di Dio, che vanno condivisi con tutti”. Abbiamo una responsabilità verso i più poveri, dobbiamo trasformare la solidarietà in gesti tangibili. Paolo Gentiloni (Ministro italiano degli Affari Esteri) aggiunge un’ulteriore nota a questa “sfida di una nuova grande speranza e utopia: di una generazione senza fame”: la questione delle migrazioni. “Non seminiamo paura per i migranti ma agricoltura sostenibile”. Un discorso su cui concordano anche Maurizio Martina (Ministro italiano delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) e Kanayo F. Nwanze (Presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo – IFAD). “Le persone migrano perché non hanno cibo, opportunità e speranza a casa propria, le condizioni che le spingono ad abbandonare le loro terre sono anche quelle che le condannano alla povertà; i programmi di protezione sociale efficienti devono essere presi a modello e replicati“, afferma la Presidente IFAD.
Expo2015 è stata un laboratorio di cittadinanza e educazione, un ‘ponte civile’ che dovrebbe aver acceso l’interesse, l’attenzione e l’impegno di milioni di cittadini, nella speranza che ciò porti a una sempre maggiora consapevolezza sull’alimentazione. Nel suo discorso, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon insiste molto su questo punto: adesso si deve passare all’azione e per farlo dobbiamo emancipare le donne, fornire sostegno agli agricoltori e ai giovani, con grande attenzione alle persone più povere e fragili. L’obiettivo dei nostri sforzi deve essere quello di “eliminare la fame. Per tutti. Per sempre”. Per comprendere quanto il raggiungimento dell’Obiettivo Fame Zero (#ZeroHunger) sia importante e meraviglioso, Ertharin Cousin (Direttrice Esecutiva del Programma Alimentare Mondiale – PAM) esorta il pubblico a chiudere gli occhi e a immaginare “quella notte nel 2030, in cui nessun bambino, nessuna donna, nessuna comunità rurale in nessuna parte del mondo andrà a letto con la fame”.
La cerimonia si è conclusa con la consegna, da parte di Giuliano Pisapia (Sindaco di Milano) al segretario Ban-ki Moon, della Carta di Milano, legacy immateriale di Expo2015 che contiene la proposta dell’Italia per combattere la denutrizione, la malnutrizione e lo spreco, promuovere un equo accesso alle risorse naturali e garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi.
Scritto da Sara Marsili nell’ambito delle attività del Multimedia Center del progetto EAThink 2015