Zone Aride è il termine comune per identificare le regioni dove le risorse idriche sono limitate e lo sviluppo delle popolazioni che le abitano ne è, quindi, ostacolato. Si tratta, però, di aree che costituiscono bacini importanti di biodiversità e i cui ecosistemi hanno caratteristiche uniche nel pianeta.
Le Zone Aride occupano circa il 50% della superficie terrestre e si tratta di regioni molto eterogenee e, spesso, anche molto lontane tra di loro: sono caratterizzate da temperature molto calde ma anche molto fredde, infatti possiamo trovare le Zone Aride in tutti i continenti tranne l’Antartide.
La popolazione delle terre aride vive nella crescente insicurezza e il fenomeno della desertificazione mette continuamente a rischio i mezzi di sussistenza delle persone che dipendono direttamente dalla terra per il loro sostentamento. Lo sviluppo sostenibile delle terre aride è essenziale per garantire la sicurezza alimentare e la conservazione della biodiversità.
Coinvolgere le comunità rurali nella gestione delle risorse e nelle decisioni in materia di pratiche rispettose dell’ambiente e tecniche finalizzate alla lotta contro la desertificazione (come, ad esempio, la raccolta dell’acqua piovana) è sicuramente un potente strumento per ridurre la condizioni e l’impatto di degrado del suolo.
In particolare, le donne che vivono in aree rurali delle Zone Aride svolgono un ruolo chiave nella gestione delle risorse naturali e nel raggiungimento della sicurezza alimentare. La donna è responsabile della lavorazione dei prodotti agricoli, della macinatura e cottura dei cereali, della preparazione del cibo.
Tuttavia, nonostante i loro molteplici ruoli nella gestione delle zone aride, l’accesso e il controllo sulle risorse naturali e sui servizi di supporto agricoli (ad esempio il credito) sono spesso limitati. Questo limite è causato da una serie di fattori sociali, economici e culturali che costringono le donne in un ruolo subordinato e ostacolano la loro produttività, oltre a inibire la loro partecipazione ai processi decisionali e alle iniziative di sviluppo.
Molti progetti di sviluppo tendono ancora a concentrarsi sui ruoli tradizionali della donna e non hanno un vero approccio di genere che includa sia uomini che donne, mentre dovrebbero essere entrambi considerati come agenti e beneficiari del cambiamento.
Nelle zone rurali di queste zone geografiche, donne e bambini devono percorrere lunghe distanze per avere accesso a fonti di acqua non contaminate. Inoltre, il trasporto dell’acqua avviene attraverso recipienti spesso caricati sulla testa, quindi la quantità di acqua che è possibile trasportare è ridotta e gli effetti negativi sul fisico della persona sono molteplici. Un progetto che affronta efficacemente il problema è l’Hippo Roller Project: consiste in una tanica cilindrica in grado di rotolare come una ruota e che può contenere fin a 90 litri d’acqua.
I governi, le agenzie di sviluppo e le organizzazioni della società civile stanno sempre più incorporando una prospettiva di genere nelle loro politiche e nei progetti volti a tutelare le Zone Aride. Tuttavia, la strada per raggiungere uno sviluppo sostenibile di queste terre è ancora lunga e ardua e, gli impegni assunti in occasione di conferenze e convegni internazionali devono essere tradotte in pratica, con la piena ed equa partecipazione di donne e uomini a livello locale, nazionale e a livello internazionale.
Scritto da Chiara Parapini nell’ambito delle attività del Multimedia Center del progetto EAThink 2015
Photo Credits: Albert Gonzalez Farran / UNAMID